17 Ott Artrite vs Artrosi: facciamo chiarezza
Artrosi e artrite sono due patologie molto diverse tra loro, anche se ci si confonde facilmente.
L’artrosi è una malattia da consumo, mentre l’artrite è una malattia autoimmune, remittente, con fasi di miglioramento e peggioramento.
Cos’è l’infiammazione articolare?
Le articolazioni sono costituite da due ossa in relazione tra loro. Alle estremità delle stesse si interpone tra una membrana sinoviale che riduce l’attrito e fa sì che le due ossa si muovano senza sfregamento e senza danneggiarsi a vicenda, come fosse un cuscinetto.
In caso di artrosi che compare più frequentemente con l’avanzare dell’età, è facile andare incontro a disidratazione dei tessuti che porta ad assottigliamento dei foglietti sinoviali. Quando i foglietti si consumano del tutto, le ossa sfregano tra di loro fino a deformarsi. L’articolazione, sottoposta a sfregamento e in seguito alla riduzione dei “cuscinetti” si infiamma e provoca dolore. L’articolazione può andare incontro anche a gonfiore e riduzione del movimento.
Fondamentalmente è una condizione da consumo cui si tende fisiologicamente con il passare degli anni, accelerata in caso di sovrappeso, di scarsa attività fisica e di inadeguata idratazione.
L’artrite, invece può insorgere a qualsiasi età ed è una condizione in cui il sistema immunitario attacca il tessuto articolare e in particolare la membrana sinoviale.
IN entrambe le situazioni si verificano le condizioni tipiche dell’infiammazione. Essa è clinicamente descritta attraverso questi segni: calor, rubor, tumor, dolor e functio laesa. Ovvero, calore della parte infiammata, arrossamento, tumefazione, dolore, alterazione funzionale.

L’artrosi si può evitare o limitare?
Sì, mantenendo un peso corporeo adeguato che non gravi sulle articolazioni, mantenendo un buon livello di idratazione, bevendo almeno 2 litri d’acqua ogni giorno, facendo movimento per mantenere un buon trofismo muscolare per contrastare la gravità e non gravare troppo sulle articolazioni. Aiuta anche implementare la propria dieta con alimenti definiti anti-infiammatori, in particolare le verdure, e limitando quelli pro-infiammatori quali zuccheri e grassi saturi, fumo e alcool.
La differenza fondamentale tra artrosi e artrite è che l’artrosi, essendo una condizione da consumo meccanico, interessa solo l’articolazione, mentre nel caso dell’artrite, è il sistema immunitario che si arrabbia, si ribella e se la prende con tutte le molecole del tessuto connettivo sparse in varie parti del corpo. Spesso, le manifestazioni articolari sono il campanello d’allarme che conduce a indagare più approfonditamente anche lo stato di salute di polmoni, reni, pericardio, poichè possono essere coinvolti.
Membrana sinoviale, pericardio, peritoneo, tessuto polmonare e pleura sono tutti “sacchetti” sierosi che presentano una composizione chimica simile. Così come il sistema immunitario si rivolta contro le articolazioni, allo stesso modo può farlo contro le cellule che si trovano nella sinovia, ma anche nelle altre strutture sopracitate.
Quali primi esami diagnostici è utile fare per escludere o confermare una forma di artrite?
I primi accertamenti da fare sono gli esami del sangue. Si esegue lo screening sugli indici di infiammazione generali che tendenzialmente saranno alti o comunque alterati. VES e PCR sono due campanelli d’allarme che testimoniano la presenza di infiammazione di grado considerevole in tutto l’organismo. Indagini più mirate sono, per esempio, la ricerca di anticorpi specifici come il fattore reumatoide che indicano che il sistema immunitario sta producendo elementi di difesa contro i propri tessuti. Il sistema immunitario, in caso di patologia autoimmune, si ribella e produce gli autoanticorpi (Ana, Ena , ect. ) che hanno la caratteristica comune di lavorare contro i tessuti dell’organismo di cui fanno parte, non contro microrganismi patogeni.
Una volta appurato che gli indici di infiammazione generali aspecifici sono positivi e che gli autoanticorpi specifici sono positivi, si passa alla diagnostica strumentale per immagini.
Tutto lo screening è seguito dal medico specialista reumatologo che lo prescrive e coordina la parte strumentale e la parte di laboratorio.
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