Come opera la medicina dell’informazione

QUAL É LA VERA NOVITÁ DELLA MEDICINA DELL’INFORMAZIONE

Non c’è dubbio, la vera rivoluzione che la medicina dell’informazione porta è la misurazione, tramite apparecchiature elettro-organo-metriche, del funzionamento del nostro corpo e l’interpretazione dei dati al fine di poter valutare eventuali “anomalie” che sono all’origine dei disturbi o malessere.
Il medico dell’informazione vede il “film” della patologia del paziente, dal momento in cui si è creato il primo momento patologico che ha portato alla condizione di salute attuale. Il medico tradizionale ha invece solo esami di laboratorio o strumentali (invasivi e non) per impostare una diagnosi corretta.
Utilizzando prima la misurazione, ed eventualmente integrandola con ricerche tradizionali, si potrebbe arrivare a conclusioni e terapie più precise e funzionali, con notevole risparmio di costi e di tempo. Il coinvolgimento progressivo di più distretti (organi del corpo) richiede in genere tempi lunghi (cfr. Fig.2).artbaldari50-fig2

 

 

 

Saper riconoscere una catena causale attraverso l’anamnesi, l’esame obiettivo e la misurazione bioelettronica delle correnti informatiche, permette di ricostruire dinamicamente, come in un film, la patologia e la vita di sofferenze del paziente.
Anamnesi, esame obiettivo, misurazione sono i tre cardini con cui procedere. A essi, e alle conclusioni che eventualmente da essi venissero tratte, venne dato il nome di MEDICINA FUNZIONALE, per indicare questo rapporto inscindibile di funzionalità totale (interdipendenza) tra le varie parti del corpo.
La medicina dell’informazione è quella branca della medicina funzionale che studia le misurazioni, e la loro interpretazione, ottenute con varie metodiche attraverso i punti sfruttati dall’agopuntura.

La Fig. 3 illustra schematicamente il tutto.
artbaldari50-fig3

 

 

 

Per motivi di maneggevolezza e praticità si cercherà di costruire schematicamente tutti i percorsi informatici/metabolici partendo da ogni catena individuata da Schimmel e utilizzando lo schema riassunto nella Fig. 4.

artbaldari50-fig4salmonella-fig5

 

 

Nella Fig. 5 osserviamo il diagramma di flusso proprio dell’area funzionale del Fegato (“catena causale” di Fegato). La monodirezionalità indica che quella comunicazione tra due organi/strutture può avvenire solo in una direzione.

La bidirezionalità indica che la comunicazione tra i due organi/strutture è reciproca, cioè può andare dall’uno all’altro e viceversa. Le Catene Causali, perciò, sono dei diagrammi di flusso che presentano come partenza un’area funzionale dell’organismo (sia esso organo, parte di apparato, ecc.); da queste partono frecce monodirezionali o bidirezionali verso altri organi, parti di apparati, ecc., con la prima connessi previa informazione che innesca vie più lente di funzione. Le frecce in pratica rappresentano graficamente il linguaggio preferenziale che l’unità funzionale iniziale impiega per mettersi in comunicazione con le strutture che con essa sono in relazione (Fig. 6).

artbaldari50-fig6

CONCLUSIONE

Tutte le patologie possono essere studiate con questo approccio, ma non tutte possono essere curate: in caso di patologie croniche, cronico-recidivanti, allergiche, iper-immuni, auto-immuni abbiamo i risultati più brillanti, con un miglioramento notevole della qualità della vita o addirittura la competa guarigione. Non mi sembra poco, anche in considerazione del fatto che la stragrande maggioranza di pazienti che affollano i vari ambulatori soffrono di questi problemi, e che questi costano moltissimo in termini di denaro e di lavoro mancato alla società.

Dott. Urbano Baldari – med. chir. spec. dermatologia e venerologia

 

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