Il miele a tavola: quando e come usarlo

Il miele è uno dei più antichi alimenti dell’umanità, davvero antichissimo. Pensate che il suo primo utilizzo di cui siamo a conoscenza risale a circa 10.000 anni fa ed è testimoniato da una pittura rupestre di epoca neolitica nei pressi di Valencia. In questa pittura è raffigurato un uomo intento ad arrampicarsi su albero per cogliere il miele da un alveare. In seguito, questa sostanza zuccherina è stata utilizzata da molte altre civiltà per curare i disturbi digestivi, per creare unguenti o come conservante di altri cibi…

Insomma, il miele è un prodotto che troviamo nelle nostre tavole da tantissimo tempo e quindi abbiamo pensato di parlare di miele, delle sue proprietà, delle sue caratteristiche insieme alle nostre specialiste del Team Nutrizione.

Il miele è un sostituto dello zucchero?

Chimicamente questo alimento si classifica come uno zucchero semplice, per cui non è da sottovalutare il suo aspetto metabolico e energetico. In virtù del suo potere edulcorante, molti lo preferiscono al comune zucchero da cucina, il saccarosio, per dolcificare ricette e bevande.

Gusti a parte, questa scelta può rivelarsi “vantaggiosa” solo se viene mantenuta la stessa proporzione, poiché il miele contiene 33 % di calorie in meno rispetto allo zucchero, ma attenzione perché a differenza dello zucchero ha un potere dolcificante inferiore.

Questo vuol dire che per avere la stessa dolcezza in una ricetta, la porzione di miele dovrà essere il doppio di quella della zucchero. In sostanza se la ricetta indica 100g di zucchero, dovrete metterne 200g di miele per avere lo stesso gusto dolce e a quel punto, se la vostra scelta del miele era per controllare zuccheri e calorie, il motivo verrà vanificato.

Diverse varietà per diverse necessità

Il miele quindi non può essere considerato come un semplice sostituto dello zucchero. Si tratta infatti di  un vero e proprio alimento, ricco di proprietà nutrizionali ad azione antibatterica, antinfiammatoria, decongestionante e colagoga. Questi aspetti, uniti al ben noto effetto emolliente dell’alimento, fanno del miele una buona soluzione per il trattamento delle faringiti e degli stati influenzali – soprattutto alcune particolari varietà.

  • Acacia: lassativo e antinfiammatorio per la gola
  • Manuka: antimicrobico. Se lo acquistate controllate che in etichetta sia riportata la scala UMF (“Unique Manuka Factor), che valuta la potenza antibiotica.
  • Melata di bosco: ricco di potassio è ideale x sportivi pre e post gara di endourance
  • Tiglio: sedativo per i dolori mestruali

Il miele si conserva molto bene in dispensa, ma evitate di lasciarlo invecchiare. La conservazione massima consigliata è di due anni.

Miele e bambini..

I pediatri suggeriscono di non somministrare il miele ai bambini al di sotto dei 12 mesi di età. Infatti si incorre nel rischio, anche se raro, di contaminazione da tossina botulinica. Nel miele grezzo (non sterilizzato) possono essere presenti le spore del Clostridium Botulinum, che sono in grado di germinare nell’intestino del bambino sotto l’anno di età con produzione della tossina botulinica, responsabile di gravi danni neurologici (paralisi flaccida), fino all’insufficienza respiratoria.

Dopo il primo anno, però questo alimento viene in soccorso nel trattamento della tosse!

Può essere usato nel controllo della tosse notturna e nei disturbi del sonno a essa associati. D’altronde tutte le nonne ci insegnano che, per alleviare tosse e mal di gola, non c’è niente di meglio di una tazza di bevanda calda con un cucchiaino di miele. In particolare, il sopracitato rimedio della nonna funziona principalmente grazie all’azione del perossido di idrogeno (noto anche come acqua ossigenata) che insieme a zuccheri e acqua toglie nutrimento ai batteri.