24 Nov Artrite: quali aiuti dall’alimentazione?

Lâartrite è una delle patologie sistemiche, croniche e autoimmuni piĂš comuni. Con tale termine si indicano tutte le malattie reumatiche caratterizzate da unâinfiammazione articolare e da caratteristiche sistemiche specifiche.
Si tratta di una malattia infiammatoria con una maggiore rapiditĂ di evoluzione rispetto allâartrosi.
Lâartrosi, invece, è una malattia degenerativa, correlata quindi allâinvecchiamento, che provoca logoramento delle articolazioni, con una minima componente infiammatoria.
I pazienti piĂš colpiti da artrite hanno unâetĂ compresa tra i 30 e i 60 anni, ma può essere diagnosticata anche in soggetti piĂš giovani e colpisce prevalentemente le piccole articolazioni, come quelle della mano e del piede.
Lâalimentazione può avere un ruolo importante nella gestione del dolore reumatico. Tuttavia, non deve essere commesso lâerrore di pensare che esistono diete miracolose o alimenti da eliminare completamente dalle proprie abitudini per poter stare meglio.
Raccomandazioni della SocietĂ Europea di Reumatologia
La SocietĂ Europea di Reumatologia, allâinterno delle Raccomandazioni pubblicate, sottolinea lâimportanza di poter gestire il dolore reumatico attraverso una sana alimentazione e uno stile di vita moderatamente attivo. Viene raccomandata, laddove se ne evidenzi la reale necessitĂ , una perdita di peso con unâalimentazione bilanciata e seguita da un professionista.
Si pone lâattenzione su alcuni specifici nutrienti:
- Sale: se ne consiglia un consumo massimo di 5 grammi al giorno, considerando anche quello presente naturalmente negli alimenti;
- Zuccheri semplici: si consiglia di limitare gli zuccheri a circa 6 cucchiai al giorno, incluso quello presente negli alimenti industriali;
- Grassi insaturi: sono i grassi prevalentemente vegetali e presenti nel pesce, da preferire ai grassi saturi;
- Frutta e verdura: si consiglia un consumo di almeno 5 porzioni al giorno, secondo lâindicazione dellâOMS (Organizzazione Mondiale della SanitĂ ).
Essendo lâartrite una patologia di carattere infiammatorio e autoimmune, si conferma lâeffetto realmente benefico di una dieta antinfiammatoria, sulla base dei concetti giĂ appartenenti alla nota Dieta Mediterranea.
Alimentazione antinfiammatoria e malattie autoimmuni
Unâalimentazione che comprenda un largo ventaglio di alimenti dal carattere antinfiammatorio è in grado di regolare il rischio di infiammazione di basso grado mediato da citochine e contribuisce allâefficacia del trattamento, migliorando la salute globale del paziente.
Lâalimentazione non sostituisce in alcun modo il trattamento farmacologico, ma può modularne lâefficacia e può migliorare la risposta del paziente.
La maggior parte delle cellule immunitarie umane si trova nel tratto digestivo e da questo si può comprendere quanto la dieta possa avere un ruolo cruciale nella risposta infiammatoria e nellâinterazione con il sistema immunitario. I nutrienti possono influenzare direttamente il microbiota intestinale e modulare la permeabilitĂ della mucosa, esercitando un effetto diretto sulle cellule immunitarie.
Nei casi di alterata permeabilitĂ , le cellule immunitarie intestinali provocano la liberazione di sostanze pro-infiammatorie, come alcune citochine, che migrano verso i tessuti periferici dellâorganismo e, quindi, anche verso le articolazioni.
Effetti protettivi di una Dieta Antinfiammatoria
Quando si parla di Dieta Antinfiammatoria, si fa riferimento ad un modello alimentare in grado di esercitare effetti protettivi sullâorganismo umano, dovuti allâintero pattern dietetico, piĂš che ai singoli alimenti che lo compongono.
Una dieta equilibrata e varia, con prevalenza di alimenti vegetali ed integrali, con il giusto rapporto Omega-6/Omega-3 e moderatamente ipocalorica, permette di mantenere un bilanciamento adeguato tra azione pro e anti-infiammatoria.
Gli alimenti a basso indice glicemico permettono un adeguato controllo della glicemia, dei livelli ematici di insulina e dei fattori di crescita, riducendo la produzione di citochine pro-infiammatorie e aumentando la produzione di interleuchine antinfiammatorie.
Come anticipato, una dieta antinfiammatoria è inoltre in grado di ridurre il contatto tra sostanze cancerogene e cellule della mucosa intestinale (per lâelevato apporto di fibre) e di migliorare la composizione del microbiota intestinale.Â
Tutto ciò porta ad una riduzione di batteri patogeni, come i proteobatteri, ed un aumento delle specie batteriche produttrici di acidi grassi a corta catena come lâacido butirrico, noto per le sue proprietĂ anticancerogene e antinfiammatorie.
I componenti fondamentali
I componenti di una Dieta che possa essere definita antinfiammatoria sono alimenti tipici della Dieta Mediterranea:
- Cereali integrali
- Legumi
- Pesce (fonte di Omega-3)
- Vegetali e Frutta (fonti di fibre e fitocomposti essenziali)
- Frutta secca e semi oleaginosi, buona fonte di Omega-3 e di acidi grassi polinsaturi, da consumare quotidianamente
- Olio extra vergine di oliva, ricco di acidi grassi monoinsaturi e da consumare quotidianamenteÂ
- Aromi e spezie, fonti di metaboliti attivi che esercitano attivitĂ preventiva nei confronti dellâinfiammazione cronica. Ă stato dimostrato che il regolare consumo di spezie ed erbe aromatiche al pasto è in grado di ridurre lâinfiammazione post-prandiale e attenuare lâinfiammazione cronica di basso grado (Oh et al., 2020)
Nutrienti antiossidanti e alimenti di origine vegetale
In unâottica antinfiammatoria, tutti gli alimenti di origine vegetale, quali frutta, verdura, legumi, cereali, frutta secca e semi oleosi devono quindi essere consumati con regolaritĂ .
Vitamine e antiossidanti antinfiammatori sono largamente rappresentati negli alimenti di origine vegetale. Ă il caso di vitamina C, vitamina A, vitamina E, carotenoidi e polifenoli.
Alimenti ricchi di polifenoli
I polifenoli appartengono alla famiglia dei fitocomposti, sostanze chimiche prodotte dalle piante come difesa agli stress ambientali.
La principale funzione di queste sostanze è quella di contrastare lo stress ossidativo, ma possiedono anche funzioni antimicrobiche, antitumorali e immunomodulanti.
I polifenoli vengono suddivisi in due categorie:
- Flavonoidi, presenti in cipolla, sedano, broccoli, soia, pomodori, frutta e verdura di colore blu/viola scuro e bianca, vino, agrumi, tè, cavoli e cioccolato. Hanno azione antitumorale, antinfiammatoria e antiaggregante. Limitano la produzione di radicali liberi e hanno una forte azione cardioprotettiva. Tra i flavonoidi piÚ conosciuti si annoverano: quercetina, esperidina, catechine, naringina, antocianine.
- Fitoestrogeni, presenti come isoflavoni della soia, lignani dei semi oleaginosi e dei cereali integrali. Hanno azione antiossidante, antitumorale e ipocolesterolemizzante. Gli isoflavoni sono presenti inoltre in lenticchie, piselli, cavoletti di Bruxelles e grano saraceno.

Zuccheri
Lo zucchero presente nella nostra alimentazione si è rivelato essere un fattore chiave nellâindurre infiammazione cronica di basso grado, malattie autoimmuni e neuroinfiammazione. Unâassunzione eccessiva di zuccheri aumenta la produzione di citochine pro-infiammatorie, porta a insulino-resistenza e infiammazione cronica di basso grado. Negli ultimi anni, numerosi studi hanno dimostrato che le bevande zuccherate svolgono un ruolo chiave nella patogenesi dellâartrite reumatoide, poichĂŠ alterano il microbioma intestinale, influenzando cosĂŹ le vie infiammatorie a valle. Ă noto che un elevato consumo di glucosio, fruttosio e bevande zuccherate sia in grado di ridurre la flora benefica intestinale, in particolare Prevotella, associata alla patogenesi dellâartrite reumatoide.
Rapporto tra Omega 6 ed Omega 3
Gli acidi grassi Omega-3 sono grassi essenziali dalla potente attivitĂ antinfiammatoria. Sono contenuti nei pesci azzurri e bianchi, nelle alghe marine, nelle noci, nei semi di lino e nei semi di chia. Un rapporto ottimale fra acidi grassi omega-6 ed omega-3 nellâalimentazione è indicato in 4:1. La classica dieta occidentale è caratterizzata da una sproporzione tra questi due acidi grassi, con un eccesso nel consumo di alimenti ricchi di Omega-6 (oli vegetali, pesce, carne, frutta secca). Un rapporto pari a 10:1, tipico della dieta occidentale, è causa di infiammazione cronica e delle patologie ad essa correlate.
Gli acidi grassi Omega-3 riducono la resistenza insulinica, lâaggregazione piastrinica e riducono colesterolo LDL e trigliceridi. Il pesce di allevamento, a differenza di quello pescato, presenta un minore tenore di grassi Omega-3. Il pesce surgelato invece, mantiene gran parte delle sue caratteristiche nutrizionali.
Il consumo regolare di Omega-3 è stato dimostrato migliorare significativamente i marcatori legati allâattivitĂ dellâartrite reumatoide.

In conclusione, una Dieta Mediterranea a basso contenuto di grassi e di sodio, ricca di alimenti vegetali di tutti i colori, cereali integrali, frutta secca, semi e povera di bevande zuccherate, carne rossa e lavorata può avere realmente un ruolo cruciale nella prevenzione, nella patogenesi e nellâandamento dellâArtrite.
Inoltre, dalla letteratura emerge quanto sia importante avere unâadeguata igiene del sonno ed eliminare lâeventuale abitudine tabagica, per avere effetti positivi in termini di progressione della malattia e relativi esiti.
Metotrexato e Artrite
In alcune tipologie di Artrite, come lâartrite reumatoide e lâartrite psoriasica, viene prescritta la terapia con Metotrexato. In questi casi è consigliato associare la terapia ad unâintegrazione di acido folico, o vitamina B9, che può ridurre la presenza di sintomi gastrointestinali, perdita di capelli e lesioni a carico della mucosa orale. In ogni caso, è sempre caldamente consigliato rivolgersi al proprio specialista di riferimento.
Bibliografia
- Tourkochristou E. et al. The Influence of Nutritional factors of immunological Outcomes. Frontiers Immunol;2021
- Gwinnutt JM. et al. 2021 EULAR recommendations regarding lifestyle behaviours and work participation to prevent progression of rheumatic and musculoskeletal diseases. RMD Open; 2022
- Daien C. et al. Dietary recommendations of the French Society for Rheumatology for patients with chronic inflammatory rheumatic diseases. Joint Bone Spine;2022
- Ometto F. & Ramonda R. et al. Mediterranean diet in axial spondylarthritis: an observational study in an Italian monocentric cohort. Arthritis Research & Therapy; 2021.
- Ortolan A. & Ramonda R. et al. The impact of diet on disease activity in spondylarthritis:
a systematic literature review. JBS; 2022 - Johansson K. et al. Mediterranean diet and risk of rheumatoid arthritis: a population-based case-control Study Arthritis Res Ther; 2018.
- Nguyen Y, et al. Mediterranean Diet and Risk of Rheumatoid Arthritis: Findings from the French E3N-EPIC Cohort Study, Arthritis Rheum; 2020.
- Caso F, et al. Mediterranean diet and Psoriatic Arthritis activity: a multicenter crossâsectional study. Rheumatol Int. 2020.
- Abdollahi-Roodsaz S. et al. The metabolic role of the gut microbiota in health and rheumatic disease: mechanisms and interventions Nature Review; 2016
- Grant WB. The role of meat in the expression of rheumatoid arthritis. British Journal of Nutrition; 2000.
- Chehade L, Jaafar ZA, El Masri D, Zmerly H, Kreidieh D, Tannir H, Itani L, El Ghoch M. Lifestyle Modification in Rheumatoid Arthritis: Dietary and Physical Activity Recommendations Based on Evidence. Curr Rheumatol Rev. 2019;15(3):209-214
- Sigaux J, Semerano L, Favre G, Bessis N, Boissier MC. Salt, inflammatory joint disease, and autoimmunity. Joint Bone Spine. 2018 Jul;85(4):411-416
- Rondanelli M, Perdoni F, Peroni G, Caporali R, Gasparri C, Riva A, Petrangolini G, Faliva MA, Infantino V, Naso M, Perna S, Rigon C. Ideal food pyramid for patients with rheumatoid arthritis: A narrative review. Clin Nutr. 2021 Mar;40(3):661-689.
- Oh et al. Spices in a high saturated fat, high carbohydrate meal reduce postprandial proinflammatory cytokine secretion in men with overweight or obesity. J Nutr, 2020.
Sei interessato a contenuti simili?
Seguici sui nostri social!